Shadow Kingdom |
Fin dalle prime note coinvolgente questa spada nella roccia. Il disco inizia con un giro di basso che viene poi ripreso da tutta la band, belle le armonizzazioni delle chitarre e gli assoli psichedelici, per certi versi mi ricordano l’epicità della cult band Warlord… Dal secondo brano la musica cambia, le chitarre sono più massicce, grosse sostenute e l’anima cupa della band esce in tutto il suo splendore. Rimane l’epicità, ma il brano suona molto più doom e scuro, anche la voce sembra più “a suo agio”regalandoci interpretazione notevoli. Tutto viene riconfermato musicalmente nel terzo brano che scorre piacevolmente veloce. Il lavoro racconta la storia di Re Artù, dall’incoronazione, a Lancillotto, all’amore proibito, a tutte le vicissitudini della storia fino ad arrivare all morte del Re ed “all’isola delle mele”Avalon, dove il Re trasportato dalla Fata Morgana riposa… ottima occasione per riscoprire (già sono a conoscenza che sapete già tutto) fatti e curiosità dell mitologia di questa terra. In quanto al disco ed alla band possiamo dire grazie per averci ricordato e dato lo spunto per recuperare materiale e tematiche che fanno comunque parte della storia/leggenda. Il suono della band è comunque figlio della (moderna) ondata sabbathiana che da ormai lustri sembra essere destinata a mai finire. Il lavoro è nonostantetutto molto piacevole e consigliato a tutti, in quanto ben suonato, ben prodotto e ben confezionato e concepito. Appuntamento coi Iron Void al prossimo lavoro, io non mancherò alla chiamata alle armi….
Voto: 6,5/10
Flavio Facchinetti